Motori, prestazioni, sostenibilità ambientale. Tematiche di grande fascino ed attualità, che hanno come denominatore comune un unico grande nome: Tesla. Abbiamo incontrato Francesco Panozzo, laureato nel 2014 in Ingegneria dell’innovazione del Prodotto (IIP) al DTG – sede di Vicenza dell’Università di Padova -, per sentire da lui come, dai banchi di IIP si può arrivare al lavoro dei propri sogni in Tesla.
Una laurea triennale, una magistrale, un dottorato di ricerca e in tempo zero l’avvio ad una carriera professionale che ha segnato già due tappe fondamentali: prima Dallara e ora Tesla.

La laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto è stata uno sbocco naturale alla sua passione per le automobili. Da studente delle superiori però l’idea di lavorare in un’azienda automobilistica sembrava cosa impossibile. Invece, all’università ha guadagnato la consapevolezza di potercela fare. Oggi è Project Leader di parte di un progetto molto ambizioso che avrà un impatto significativo negli anni a venire.

Da ingegneria dell’Innovazione del Prodotto al tirocinio, e poi al dottorato: una maratona a tappe alla conquista del materiale composito

È recentemente stato assunto alla Tesla. Ci faccia capire, si manda il curriculum per lavorare alla Tesla?

Ho mandato il curriculum in Tesla dopo aver visto una posizione aperta per un Composite Design Engineer, quindi un ingegnere che si occupa di progettazione con i materiali compositi. Nel curriculum riportavo il percorso di studi e la precedente esperienza lavorativa in Dallara, mettendo in risalto le competenze sviluppate. Sono quindi stato contattato da uno dei due recruiter di Tesla. È seguito un processo di selezione abbastanza lungo e parecchio impegnativo che prevedeva colloqui con diversi ingegneri esperti di vari settori, non solo materiali compositi: mi sono confrontato anche con ingegneri che si occupano di dinamica del veicolo, aerodinamica, material testing. Con ognuno di questi ho sostenuto un colloquio tecnico nel quale mi venivano poste diverse domande per testare la mia conoscenza ingegneristica.

Un case history di successo

Poi mi è stato chiesto di presentare il caso di un problema ingegneristico complesso che ho risolto, spiegando come ho preso le decisioni, quali sono stati gli effetti tangibili. Insomma, è stato un processo abbastanza impegnativo, però le competenze sviluppate nel corso degli anni, sia durante il percorso accademico sia durante quello lavorativo, sono state la base per poter affrontare con sicurezza questi colloqui.

Sede Tesla Berlino

Innovazione dei materiali e dei processi: la chiave di volta per i prodotti del futuro

Ci può dire di più sul progetto a cui ha lavorato nel corso dei colloqui per entrare in Tesla? Quali sono state le criticità e le soluzioni che hanno portato all’esito positivo? 

In termini generali si tratta di un componente utilizzato nella costruzione di un’automobile. Un componente in materiale composito storicamente realizzato con un certo tipo di tecnologia e con un certo tipo di materiali, che deve soddisfare certi requisiti in termini di rigidezza, resistenza, ecc. L’innovazione è consistita nel riprogettare questo componente cambiando la metodologia produttiva, impiegando cioè una tecnologia differente per produrlo, innovazione che ha consentito di raggiungere gli stessi target in termini di prestazioni meccaniche, riducendo al contempo di molto il tempo, e di conseguenza il costo, di produzione del componente stesso.

Un progetto chiave ha portato i selezionatori a dire “fai al caso nostro”

Al colloquio ho deciso di presentare questo esempio, che non è l’unico, perché il processo che ha portato a questa innovazione è stato molto interessante. Sono partito da un concetto, da una attività in laboratorio su piccola scala; la soddisfazione è stata vedere, alla fine, l’innovazione applicata alla produzione in serie del componente, e poi in opera su un’auto di serie in strada.

Questa è la soddisfazione più grande. Partire da qualcosa che non c’era, pensare allo sviluppo, all’utilizzo, risolvere tutte le criticità che si possono presentare in questo percorso fino ad arrivare ad avere un componente industrialmente stabile. Vale a dire ben industrializzato, che si riesce a produrre con una certa costanza in termini di qualità, con tempi e costi compatibili, soprattutto con una riduzione di tempi e costi rispetto al componente precedente.

DTG: un contesto stimolante in cui acquisire competenze e consapevolezze

Quando si è iscritto a Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto immaginava di arrivare in una grande azienda di questo tipo? Quali caratteristiche aveva già da ventenne che le fanno dire: “Ho fatto la scelta giusta, era il percorso giusto per me e il lavoro che faccio oggi rispecchia le mie intenzioni, i miei progetti”?

Già durante le scuole superiori ero appassionato di automobili, di tecnica meccanica in generale, quindi iscrivermi a ingegneria è stato uno sbocco naturale. Avevo un’idea vaga dell’ambito specifico in cui mi sarebbe piaciuto lavorare: azienda automobilistica, progettazione di motociclette o settore aeronautico, mi sembrava una cosa impossibile e molto distante da me. Poi però, durante l’università, che è un periodo di crescita non solo a livello di competenze ma anche personale importantissimo, un booster, un acceleratore incredibile, pian piano ho guadagnato la consapevolezza di potercela fare e di potermi avvicinare a questa realtà. E poi anche grazie alla caparbietà e all’impegno sono riuscito a entrare in questo mondo e a poter dare il mio contributo.

 

Grazie al DTG e all’impegno, la consapevolezza di poter lavorare in realtà che fanno la differenza

Ci ha parlato di una antecedente esperienza lavorativa nel campo dell’automotive. Ci racconta anche di questa prima assunzione dopo la laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto?

Al termine del dottorato ho lavorato per quasi cinque anni in Dallara. Ho iniziato a sostenere colloqui mentre ancora stavo facendo il dottorato e il tempo di attesa studio-lavoro è stato pari a zero: dopo meno di 15 giorni dalla fine del dottorato ho iniziato a lavorare a Parma, dove facevo parte del team di ricerca e sviluppo. Avevo la qualifica di Composite Material Specialist e mi occupavo di ricerca e sviluppo nel campo dei materiali compositi. Lavoravo quindi su materiali compositi e tecnologie innovative e fornivo supporto alla progettazione di componenti in materiale composito per veicoli sia da competizione sia stradali. Ma anche per altre tipologie di progetti afferenti al mondo dello sport, della nautica e del settore aerospaziale.

Le conoscenze sviluppate nel corso della laurea triennale prima e della magistrale poi sono state molto importanti: in particolare, il corso di progettazione con materiali compositi e il corso di materiali metallici avanzati e innovativi (leghe di alluminio, di titanio, di acciaio altoresistenziali), sono stati fondamentali: mi hanno dato le basi per essere più consapevole circa le tecnologie e i materiali con cui stavo lavorando.

Lavorare in Tesla è un sogno che si può realizzare con la laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto

Ci racconti come tutto è iniziato… Come è riuscito a trasformare il suo sogno di bambino in realtà?

Ho scelto il percorso di studi che mi ha fornito tutti gli strumenti utili a concretizzarlo. Al termine della triennale, la laurea magistrale maggiormente in linea con i miei interessi era la laurea di Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto di Vicenza e il motivo principale è che, come dice il nome, era molto focalizzata sull’innovazione in termini sia di materiali, sia di processi e di metodologie progettuali.

Nel corso dell’ultimo anno di magistrale ho iniziato a maturare interesse verso i materiali compositi, che sono stati poi il filo conduttore della mia carriera. Ho frequentato il corso di progettazione di materiali compositi e ho iniziato ad appassionarmi a questo tipo di materiali e tecnologie, decidendo poi per il tirocinio di tre mesi presso un’azienda del vicentino, la Compositex, che si occupa di produzione di componenti in materiale composito.

La tesi che esalta il percorso di studi

Mi sono poi indirizzato verso una tesi di laurea inerente lo sviluppo di polimeri nanomodificati per il monitoraggio del danneggiamento strutturale.

Dopo la laurea, conseguita nel 2014, ho svolto un dottorato di ricerca, sempre presso il DTG, in meccanica dei materiali compositi. Nel corso del dottorato ho avuto la possibilità di approfondire le mie conoscenze su questa tipologia di materiali, proseguire lo studio della tematica del danneggiamento approcciata già con la tesi di laurea, e apprendere un metodo di ricerca di sviluppo di tecnologie che mi è tornato utile anche negli anni successivi. Inoltre, ho avuto la possibilità di lavorare con altre università: per esempio la Technical University of Hamburg (TUHH), in Germania, venire a contatto con Automobili Lamborghini e partecipare a conferenze internazionali alla Stanford University negli USA, a Madrid, a Bilbao ecc. Insomma, è stato un periodo molto importante e formativo.

 

Lavorare alla Tesla con la laurea in Ingegneria dell'Innovazione del Prodotto

Innovazione, ovvero l’acceleratore verso la transizione energetica e l’impiego di fonti rinnovabili

Quindi il segreto è mettere un mattone sopra l’altro, costruire fondamenta solide a livello formativo. Queste, abbinate all’esperienza lavorativa, le hanno dato basi eccellenti, riconosciute in fase di selezione.

È proprio così, nel senso che non si può improvvisare niente, le competenze vanno sviluppate giorno dopo giorno, provando e riprovando e cercando di imparare dall’errore. Il passaggio alla Tesla è stato un cambiamento importante, perché oltre ad aver cambiato azienda ho cambiato anche Paese. Attualmente, infatti, lavoro presso la sede di Berlino, dove mi interfaccio con altri team aziendali e persone che si trovano negli Stati Uniti, in Europa, Asia, India, Sud Africa, America, lavoriamo in un clima marcatamente internazionale.

L’orgoglio di lavorare per un mondo più sostenibile

Uno degli aspetti che mi inorgogliscono maggiormente del lavorare per questa azienda è che la mission di Tesla di accelerare la transizione verso l’uso di energie sostenibili non è una cosa detta solo per ragioni di marketing. Le persone ci credono, fa parte del DNA di chi è in Tesla. Tutti sono consapevoli di lavorare duramente su progetti molto ambiziosi che però avranno un impatto significativo nei prossimi anni per virare verso un mondo più sostenibile. Un obiettivo certamente molto ambizioso e non così semplice da raggiungere, ma in azienda si “respira” l’impegno di tutti per contribuire al successo di questa progettualità.

In particolare sto lavorando ad un progetto molto importante che prevede l’uso massiccio di materiali compositi e sono project leader di una specifica area di questo progetto. Un’esperienza molto stimolante, che richiede molte energie. Però si ha la sensazione di lavorare su qualcosa di unico che avrà un impatto negli anni a venire.

 

Automobili Tesla

Corso di laurea in ingegneria dell’innovazione del prodotto: rampa di lancio per una carriera nell’automotive

Cosa direbbe ad un ragazzo o ad una ragazza che adesso sta facendo la maturità? “Iscriviti a questo corso di laurea, in particolare ingegneria della innovazione del prodotto, perché…”

Direi che in generale il mondo dell’automotive, ma anche quello aeronautico, sta cambiando molto rapidamente, con una velocità mai vista negli ultimi 40 anni. E per l’automotive parlo principalmente del passaggio da automobili a combustibile, benzina o gasolio, ad automobili elettriche. La velocità di questo cambiamento richiede molta innovazione, perché si passa da concetti consolidati nell’arco di decine di anni a dover reinventare e migliorare questi prodotti.

Per le aziende che operano in questi settori l’innovazione rappresenta una spinta irrinunciabile, non solo per quanto riguarda i materiali compositi ma anche l’impiego di leghe leggere, metalli come alluminio e titanio ecc. ed è proprio questo il punto cardine della laurea in ingegneria della innovazione del prodotto. Quindi, se si vuole far parte di questa innovazione e di questo cambiamento, sicuramente la laurea in ingegneria della innovazione del prodotto è un punto di partenza ideale.