Da otto anni nel team Ricerca e Sviluppo di Dallara Automobili, azienda italiana che più di ogni altra ha segnato il mondo delle automobili da competizione, dove la ricerca raggiunge livelli da sogno per tutti gli appassionati del settore. Oggi presente in quasi tutti i campionati FIA, dalla Formula 1 ai campionati F2, F3, Formula E fino ai campionati WEC endurance nelle categorie LMDH e LMH. Fornitore unico di molti altri campionati intercontinentali come Euro Formula Open (Europa), Super Formula (Giappone) e IndyCar, Indy Lights (USA). Dove si progettano e realizzano molte delle supercar e hypercar delle più importanti case automobilistiche mondiali come Ferrari, Lamborghini, Maserati, Bugatti, Alfa Romeo. Nel 2017 Dallara debutta nel mondo OEM – Original Equipment Manufacturer – grazie alla produzione e commercializzazione della propria vettura “Dallara Stradale”.
Una formazione teorico-pratica vincente
Incontriamo Giuseppe Salemi, laureato del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto (IIP) del Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali dell’Università di Padova. Per lui il passaggio dagli studi al mondo del lavoro è stato del tutto naturale grazie all’ottima formazione, ai contatti del dipartimento con le realtà aziendali nazionali, al tirocinio e non ultimi, all’impegno e alla curiosità personali.
Studio dei materiali, analisi dei processi, innovazione del prodotto: qui si gioca la partita del cambiamento
Oggi in Dallara Automobili ricopre il ruolo di manager di uno dei due gruppi di ricerca dell’azienda, composto da cinque collaboratori. il settore ricerca e sviluppo nell’automotive e nel mondo racing ha un ruolo strategico. Su quali progetti state lavorando e come mette a terra le conoscenze e la formazione acquisite durante il corso di Laurea Magistrale in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto, unite all’esperienza professionale?
“Il gruppo di ricerca di cui sono responsabile si muove generalmente in tre macro aree. Una legata ai materiali, dove si affrontano questioni come: il materiale che stiamo utilizzando è il più opportuno per quell’applicazione? Esiste un materiale migliore in commercio? Se non è disponibile, conviene sviluppare un nuovo materiale?“.
Progettazione mirata
“Grazie alla rete di forniture e collaborazioni solide di Dallara, infatti, abbiamo la possibilità di progettare insieme ai partner e di farci fabbricare il materiale (materiali compositi) con i requisiti di cui necessitiamo per le applicazioni specifiche.
Un altro ambito è legato ai processi, qui la domanda è: trasformo la mia materia prima nella maniera più opportuna? Posso ottenere dei vantaggi in termini di performance o dal punto di vista economico cambiando il processo produttivo?“.
Innovazione che risponde ai cambiamenti
“Oggi, infatti, anche nel mondo racing è presente sempre più il tema del costo e del budget cap. La Federazione Internazionale dell’Automobile – FIA – per alcuni campionati impone dei massimali, quindi è sempre più fondamentale e necessario utilizzare la tecnologia più adatta alla categoria della vettura che si sta progettando.
Infine, c’è una tematica legata ai componenti. In questo caso ci si pone la domanda: il componente in sviluppo ha un’architettura di prodotto ottimale? La divisione degli stampi permette agli operatori di lavorare in maniera sicura e robusta? Oppure I sistemi di fissaggio meccanici e quindi l’assemblaggio della parte permettono una riparazione strutturale o un cambio rapido ai box in caso di incidente durante una gara? Queste tematiche coinvolgono il reparto di ricerca in attività di impostazione progettuale di nuove soluzioni oppure attività di supporto per il team di lavoro di progetto che si possono tradurre nello sviluppo e nell’introduzione di nuovi archetipi nei prodotti reali”.
Innovazione tra tecnica e budget
Ci può portare alcuni esempi di progetti passati dalla ricerca alla progettazione?
“Prendiamo il roll-bar, una struttura di sicurezza primaria che storicamente Dallara ha realizzato in tubi di acciaio saldati per le categorie monomarca: attraverso lo studio, il testing e la caratterizzazione del materiale siamo recentemente riusciti ad omologare il componente prodotto tramite un processo di fusione a cera persa. Questa operazione ci ha permesso di sostituire molte parti diverse, saldate tra loro, con un pezzo unico! E con un vantaggio economico. È necessario, infatti, tenere conto dell’aspetto economico già durante lo sviluppo prodotto, e abbandonare l’ottica del “puntiamo a fare le strutture più innovative e leggere al mondo, e poi troviamo il compromesso migliore se hanno un costo non adeguato oppure se i tempi di produzione sono troppo lunghi”. Questa visione va rivista mixando anche le esigenze della produzione con quelle della realtà industriale”.
Supporto ai progetti aziendali
Dall’analisi di fattibilità di nuovi componenti, alla ricerca pura, il consorzio con le università, lo sviluppo di archetipi di prodotto: una quotidianità in pieno fermento
“Le attività richieste al responsabile di ricerca e sviluppo in un’azienda come Dallara Automobili sono molto varie: dall’analisi di nuovi materiali disponibili sul mercato, al confronto con la produzione per far produrre un prototipo o un campione da testare, all’esecuzione dei test sperimentali e l’analisi dei risultati ottenuti. Un passo alla volta, raccogliendo tutti gli elementi necessari a una valutazione solida, per poi confrontarsi con il project manager di riferimento proponendogli la soluzione migliore”.
Collaborazione con le università
“Al momento, come unità di ricerca e sviluppo siamo coinvolti in tre progetti europei, e presto partirà un progetto tutto italiano. Questi progetti sono caratterizzati dalla creazione di un consorzio di aziende e università in cui Dallara Automobili, in qualità di end user, ha il ruolo di definire i requisiti e i desiderata che si intendono ottenere a fine progetto.
Il resto del consorzio – università e altri enti – si occupa dello sviluppo dei materiali e dei processi, per poi passare di nuovo la palla a noi per la produzione delle parti con materiali e tecnologia innovativi e fornire feedback operativi per validare o meno lo studio.
Oltre ai progetti europei, abbiamo attivi contratti di collaborazione stilati ad hoc con molte università italiane per lo studio di tematiche specifiche. Tra queste collaboriamo anche con alcuni miei ex Professori di Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto (IIP) del DTG dell’Università di Padova”.
Sviluppo di archetipi di prodotto. Come nasce l’innovazione nell’Automotive
“Spesso si parte da un input che R&D riceve. Per esempio valutare la fattibilità di un componente innovativo. A quel punto si inizia stabilendo il target, lavorando al pre-studio, decidendo quale impostazione dare al progetto, formulando ipotesi per materiali e costo/prezzo. In molti casi l’attività prevede anche delle simulazioni numeriche FEA, ovvero la creazione e il test simulato tramite prototipi virtuali”.
Trasferimento tecnologico e progettazione
“L’altro gruppo di colleghi di R&D si occupa proprio di tutto ciò che riguarda la ricerca relativamente alla simulazione di prodotto e processo. Quindi ci relazioniamo con chi in azienda si occupa di trasferimento tecnologico e progettazione di base. Al termine di questo flusso diamo il via libera o meno allo sviluppo del prodotto da parte dell’azienda. Se invece siamo coinvolti in uno studio più contenuto, quindi che non necessita l’apertura di un vero e proprio progetto aziendale che coinvolga il management interno, allora gestiamo a livello di ricerca e sviluppo l’attività fino al prodotto finito e alla sua omologazione”.
Otto anni di lavoro in Dallara: una infilata di progetti di cui andare fieri
Come ricerca e sviluppo avrete certamente lavorato a molti progetti di cui andar fieri, per la complessità del progetto stesso o per le sfide che avete dovuto affrontare.
“Certo, la casistica è molto ampia e varia, occupandoci anche di piccoli progetti gli esempi sono numerosi. Dallo studio e progettazione di un’estremità aerodinamica di coda di un elicottero in ambito aerospace, alla realizzazione del suo prototipo fino all’industrializzazione che ha portato alla produzione di serie. Ma anche la progettazione e produzione di una racchetta da padel ridisegnata in composito, o il calcio di fucile, sempre in composito, realizzato per un atleta olimpionico del tiro al volo”.
Una collaborazione coinvolgente
“Un altro bellissimo progetto è quello realizzato con Alex Zanardi e con Obiettivo 3, dedicato a ragazzi con difficoltà motorie che ci ha portato alla realizzazione di una handbike. Zeta Bike, infatti, è un brand sviluppato da Zanardi insieme a Dallara. Seppur coinvolto minimamente, dal punto di vista personale è stato molto bello e la collaborazione con Alex è stata incredibile”.
L’asso nella manica: la formazione al Corso di laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto
Si respira il suo entusiasmo: plasmate idee in pezzi unici. I rapporti del corso di Laurea in IIP con le aziende si traducono anche in ottime opportunità di tirocinio. Questo è un aspetto peculiare e un modo di operare del DTG: formazione ed esperienza diretta in azienda. Il percorso di formazione seguito è stato la chiave di accesso?
“Questo è un altro punto di forza del corso di Laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto: i docenti ci trasmettevano la passione e l’esperienza diretta con realtà industriali di rilievo.
Capita spesso di incontrare giovani laureati molto ferrati su un argomento teorico che però non hanno mai avuto rapporti profondi con la realtà industriale. Spesso non sanno se un determinato metodo di progettazione è stato applicato o meno in qualche industria. Oppure se può essere effettivamente calzante con il processo di progettazione reale delle aziende”.
I collegamenti con il mondo dell’impresa
“Nel corso di Laurea in IIP, invece, soprattutto in magistrale, ogni argomento veniva contestualizzato: Questo metodo di approvvigionamento funziona perché l’azienda X lo utilizza. Oppure Il layout di produzione organizzato in questa maniera siamo sicuri funzioni perché abbiamo riorganizzato la linea di produzione dell’azienda Y e così via”.
“Scegliere un corso di laurea che ha una rete aziendale nazionale è molto importante, perché può rivelarsi un fattore determinante, come nel mio caso”.
Ingegneria dell’innovazione del Prodotto e multidisciplinarietà per operare a 360 gradi
“Essere capaci di spaziare da un ambito all’altro è importantissimo, e in questo il corso di Laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto mi ha dato molto, grazie al carattere di multidisciplinarietà che lo contraddistingue. Spesso, appena usciti dall’università, mancano gli elementi per ragionare a 360° su un progetto, e si è costretti ad acquisirli con l’esperienza sul campo; io invece sento di aver avuto già all’università un’ottima base anche da questo punto di vista. Questo è sicuramente un valore aggiunto“.
Laurea in Ingegneria dell’Innovazione del Prodotto: i perché di una scelta
Dopo la maturità cosa l’ha portata a Vicenza?
“Fin da piccolo ero molto appassionato di racing e Formula 1. A 19 anni avrei potuto scegliere di seguire un corso ultra approfondito, ad esempio, di dinamica del veicolo o simili, però sentivo che era troppo ristretto, che avrei avuto competenza solo in quel settore. Il fatto di tenere le porte aperte, di poter acquisire una conoscenza solida ma con un ventaglio più aperto è stato alla base della mia scelta”.
Conclusa la triennale ha frequentato Ingegneria dell’innovazione del Prodotto. Com’è arrivato in Dallara?
“Spinto dalla curiosità, in magistrale ho frequentato tutti i corsi a disposizione. In particolare, il corso sui materiali compositi prevedeva anche una parte di laboratorio, e mi sono appassionato. Poi mi si è aperta la possibilità di svolgere il tirocinio presso Dallara; non me lo sono fatto ripetere due volte, ho fatto le valigie e sono venuto qui in Emilia. Quando sono arrivato nel giugno 2015 il gruppo di ricerca e sviluppo DARC si era formato da qualche mese ed era in pieno fermento, è stato un periodo incredibile! Alla fine dei cinque mesi, a pochi giorni dalla laurea, ho iniziato a lavorare. Piano piano sono cresciuto sia come competenze sia come seniority. Negli anni il gruppo di DARC si è ampliato molto e sono stati istituiti due reparti di ricerca distinti e oggi ricopro il ruolo di responsabile di uno dei due. Siamo attualmente in cinque professionisti in attesa di reclutare il sesto”.